2014


Recuperiamo il fossato del Castello di Brunelleschi, non costruiamoci sopra l'arena di Gnassi [12.10.2014]

“Liberiamo piazza Malatesta, la Rocca e il teatro Galli, oggi prigionieri di aiuole di asfalto e lamiere di auto parcheggiate che li soffocano, per farne un grande giardino urbano, una piazza per la musica col rango dell’Arena di Verona. Ce la giocheremo con Firenze, Verona, Venezia… conquisteremo rango”. Se la prima parte della recente dichiarazione del sindaco Gnassi, riportata dalla stampa locale, riguardo a liberare i monumenti di piazza Malatesta dal parcheggio è senza dubbio da sottoscrivere, la seconda parte è viceversa preoccupante.

Per realizzare il piano, denominato “progetto nuove piazze (Piazza Malatesta)” la giunta Gnassi ha necessità di procedere ad una variante del PRG vigente ispirato da Leonardo Benevolo nel 1993.

L’illustre urbanista per quest’area ha previsto un grande cantiere archeologico: il ripristino filologico del Teatro Galli, il “restauro della pavimentazione stradale antica”; il ripristino del fossato del castello e delle mura. Con la variante, approvata in commissione in questi giorni, edulcorando il PRG, si perde un’ occasione unica rinviando ai secoli futuri il recupero del fossato e delle strutture interrate di Castel Sismondo. Per le quali si pensa soltanto di evidenziarne il tracciato in superficie. E, cosa inaudita, si prospetta di modificare il retro del teatro per inserire un’arena all’aperto in piena zona archeologica sopra le strutture del castello.

L’obsoleta idea di Adolfo Natalini, quella del teatro bifronte, scaturita dal concorso di idee per la ricostruzione del teatro (1985), scartata dalle personalità della cultura nazionale, dalla pubblica opinione e dalle soprintendenze, è rispolverata dopo un trentennio dal sindaco Gnassi.

Rimini non ha necessità alcuna di realizzare un’arena sopra Castel Sismondo, mentre è semplicemente necessario rispettare e valorizzare gli straordinari lasciti monumentali del passato: il Castello rinascimentale del Brunelleschi, il teatro neoclassico del Poletti che di per sé potrebbero rappresentare quel salto di qualità culturale da tutti auspicato per la città.

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