Maurizio Pollini

Illustre Sig. Ministro,

solidali con Italia Nostra, FAI, Comitato per la Bellezza "Antonio Cederna" e Associazione Rimini Città d'arte, ci appelliamo alla Sua persona, al ruolo che ricopre, ma soprattutto alla Sua cultura e alla Sua sensibilità, perché intervenga in difesa del Teatro Comunale Amintore Galli di Rimini, opera di Luigi Poletti, ultimo grande architetto pontificio, inaugurato nel 1857 da Giuseppe Verdi col suo Aroldo, parzialmente distrutto (nel 1943) dalle bombe e dagli uomini e mai ricostruito.

Questo monumento, uno dei più significativi edifici teatrali ottocenteschi, rischia di essere stravolto dalla pubblica Amministrazione con un completamento ibrido che lo ingloberà in una costruzione abnorme devastando l'area archeologica dell'antica Ariminum, deturpando la vista prospettica di due piazze storiche e svilendo la mole del vicinissimo Castel Sismondo opera del Brunelleschi, e questo per una differenza di neppure 150 posti.

Al posto della magnifica sala a palchi all'italiana, perfettamente acustica, sorgerà una banale gradinata in cemento armato. La spesa della nuova costruzione è stata preventivata in oltre 82 miliardi, mentre il ripristino filologico, sulla base di una ricchissima documentazione, costerebbe 35 – 40 miliardi, e potrebbe avvalersi di finanziamenti europei per i restauri.

A nulla sono valse due petizioni fra la cittadinanza in favore del teatro "dov'era e com'era"; la prima nel 1983, aveva raccolto 10.000 firme, la seconda lo scorso anno ha raggiunto il consenso di oltre 5.000 cittadini.

Per il rispetto della grande tradizione storico musicale del nostro Paese Le chiediamo che si riesamini il caso per scongiurare uno scempio irreparabile non solo per la città di Rimini, ma per l'Europa intera.

Maurizio Pollini 

(Maggio 1999)

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Ultima modifica: Lunedì, 12 Ottobre 2015 12:53
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